Omicidio a New York. Un imprenditore 33enne è stato decapitato e smembrato con una sega elettrica.
Omicidio a New York nella giornata di lunedì 13 luglio 2020. Ad essere ucciso è stato un imprenditore di 33 anni di origine bengalese. Si tratta del fondatore della startup per motociclisti Gokada. Il 33enne è stato trovato nel suo appartamento decapitato e smembrato.
L’allarme lanciato dalla sorella
A lanciare l’allarme era stata la sorella della vittima che non aveva avuto notizie per un giorno intero. Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, per l’ultima volta l’uomo è stato ripreso nell’ascensore seguito dal presunto killer.
“Il criminale aveva una valigia – hanno sottolineato gli inquirenti – era una persona molto professionale“. Non si conoscono i motivi di questo omicidio con le autorità locali che stanno effettuando tutti i controlli del caso per cercare di ricostruire meglio quanto accaduto. “Abbiamo un corpo smembrato, una testa, braccia e gambe. Tutto è ancora sulla scena del crimine. Non abbiamo il movente”, fanno sapere gli investigatori.
Amici sconvolti
La notizia della scomparsa ha sconvolto gli amici della vittima.
“Era molto intelligente, ambizioso e gentile – ha commentato uno dei conoscenti alla stampa statunitense – era un self made man. Gli piaceva portare aziende tecnologiche in nazioni sottosviluppate tra cui Nigeria e Indonesia. Non ha mai detto di avere paura”.
Toccherà agli inquirenti capire cosa sia realmente successo in questo appartamento a New York. Un omicidio che ha sconvolto il mondo del tech con la morte di uno degli imprenditori più conosciuti in tutto il mondo.
Omicidio a New York, arrestato ex assistente della vittima
Nella giornata del 17 luglio le autorità hanno arrestato l’ex assistente dell’imprenditore 33enne. Secondo le ipotesi investigative, da confermare, l’assistente avrebbe ucciso l’imprenditore dopo che questo aveva scoperto un furto da diverse di migliaia di dollari operato proprio dall’assistente, che ora deve rispondere delle accuse di omicidio cruento e volontario. In seguito alla scoperta del furto, il 33enne avrebbe deciso di non denunciare il reato ma di concedere al ragazzo di restituire quanto sottratto illecitamente.